PLAY SERIES
IL MOBILE IMMOBILE v.5
Splendido di legno scuro, sovraccarico di fregi, equilibrato nelle forme, fu presentato dall'elegante signora Isa agli amici come un Luigi Quindici, raro mobile del settecento francese.
Lui in realtà di francese non conosceva una parola, ma conosceva l'italiano, che aveva imparato quando era ancora albero dai coltivatori della nebbiosa spianata in cui era nato e cresciuto. Aveva saputo da quegli uomini rozzi ma concreti, che gli alberi sono per natura immobili e così ora, sentirsi chiamare mobile, gli fece comprendere il senso di tutti gli avvenimenti dolorosi che gli erano accaduti negli ultimi tempi. Ora era chiaro che il taglio, il trasporto, l'assemblaggio, la verniciatura, la vendita, erano state tutte operazioni effettuate dall'imperscrutabile volontà deglì umani per portarlo dallo stato immobile a quello mobile. La cosa era confermata dalla presenza delle gambe: a cosa possono servire le gambe se non per muoversi?
Analizzando la nuova situazione, Luigi ritenne che la sua funzione in quella casa dovesse essere simile a quella del gatto Ivan, che vedeva andare in giro per casa a far compagnia ai padroni quando questi avevano tempo e voglia. Così tentò immediatamente di adempiere ai suoi compiti, ma non riuscì a muoversi neppure di un millimetro: le gambe gli sembravano di legno. Come era possibile?!
Pur provando per tutta la notte, non riuscì che a spostarsi di pochi centimetri.
Tuttavia era soddisfatto, perchè si era fatto in cuor suo l'idea che questa difficoltà dipendesse dal fatto di essere stato fermo per anni e che in breve tempo avrebbe raggiunto la forma sufficiente per compiere correttamente il suo lavoro.
Sì può immaginare la cocente delusione quando la mattina dopo l'elegante signora Isa, accortasi di quel piccolo spostamento, non solo lo ricollocò al posto originario, ma cominciò ad urlare contro il tranquillo signor Aristide e i suoi due piccoli Marco e Felicia. Urlò persino contro Ivan il gatto, che certo non poteva essere stato. "Il mobile non deve muoversi da quel posto!" ripeteva. Luigi non riusciva a capire: la padrona non voleva che si muovesse?! Ma perché allora aveva comprato un mobile? Non avrebbe fatto meglio a comprare un immobile?
Si sa, i mobili, anche quelli più ottusi, hanno un carattere accondiscendente ed infatti per qualche giorno Luigi rispettò la volontà della padrona.
Ma le cose erano destinate a cambiare.
Cambiarono quando arrivò Luciana.
Luciana - come spiegò l'elegante signora Isa con orgoglio agli amici - era un prezioso soprammobile delle manifatture di Capodimonte e venne posizionata proprio sulla testa di Luigi. Rappresentava una bellissima donna del popolo dai capelli lunghi e scuri, vestita di stracci da sotto i quali si intravvedevano gambe aggraziate con piedi nudi, piccoli e ben fatti.
Luigi ne rimase subito colpito. Da allora, per conquistarla riprese il suo tentativo di muoversi e quando si accorse che lei ne era entusiasta, si impegnò ulteriormente, sempre attento a non farsi scoprire dai componenti della famiglia ed a rimettersi esattamente al suo posto. Solo Ivan sapeva di quel segreto, ma Luigi lo considerava persona di fiducia.
Furono giorni felicissimi. Di notte i due facevano il giro della stanza e più passava il tempo, più Luigi si scioglieva. Luciana lo ammirava. I momenti più belli poi erano quando tutti uscivano: Vagavano liberamente per le stanze e in poco tempo Luigi era diventato capace di fare il giro di tutto il primo piano.
La cosa non era però senza rischi. L'elegante signora Isa aveva notato che i piedi di Luigi erano consumati e non riusciva a spiegarsene il motivo.
Poi, improvvisamente, avvenne la tragedia.
Luigi era diventato talmente sicuro di sé che un giorno che la casa era vuota decise di affrontare la rampa di scale per arrivare al piano superiore. Aveva appena messo il piede sul secondo gradino quando sentì un rumore agghiacciante. Luciana era caduta e giaceva a terra in pezzi! Sembrava morta! Impossibilitato ad aiutarla, Luigi tornò al suo posto, inorridito.
Al rientro, l'elegante signora Isa fece fuoco e fiamme. Inveiva terribilmente contro Ivan il gatto, tanto che Luigi temette che il povero animale, messo alle strette, avrebbe raccontato tutto. Ma per fortuna Ivan non parlò. Luciana fu raccolta con cura e sentì dire dagli esperti che erano venuti a prenderla che la situazione era grave e che sarebbe stato molto difficile salvarla.
Non la rivide più.
La tristezza lo prese. La notte bighellonava per la casa pensando che in fondo potersi muovere senza avere dove andare è cosa abbastanza inutile.
Intanto, in questo triste vagare, i suoi piedi continuavano a consumarsi. Fu per questo che la signora Isa chiamò un antiquario.
"Signora" disse lo strano tipo dopo un'occhiata arcigna "io non so per quale motivo i piedi siano consumati, ma so per certo che questo non è un mobile Luigi Quindici!". Ci fu un lungo silenzio collettivo, la famiglia lo riaccompagnò alla porta come se fosse stato messaggero di un lutto, mentre il cervello del povero Luigi andava a mille. Non era un mobile? No, non era un mobile! Dunque non gli era dato di camminare!
Da quel momento non si mosse più.
Pochi giorni dopo un altro Luigi entrò dalla porta, ma più bello e con il certificato di autenticità allacciato con un filo dorato al pomello di un cassetto. Insieme a lui fu consegnato anche un altro soprammobile.
Senza troppi complimenti, Luigi fu caricato su un camioncino e portato alla casa di campagna della famiglia.
Depositato lì, in quella villa scura e silenziosa, era sul punto di suicidarsi quando l'uomo dei trasporti prima di andarsene posizionò sulla sua testa qualcosa: era Luciana! Un po' rattoppata, ma gli sembrò ugualmente bellissima.
Ora vivono lì, in quella casa tutta loro per la maggior parte dell'anno e Luciana lo ama lo stesso, nonostante sia un mobile immobile.