Ero un bambino molto portato per il disegno, specializzato in cavalli.
In casa poi girava una vecchia enciclopedia dell'arte in fascicoli, che è stata la mia principale lettura fin dalle elementari.
Compravo colori e pennelli con il resto della spesa e dipingevo su tutto quello che trovavo, dovendo anche subire le lamentele della famiglia per la puzza di pesce dei colori a olio.
A diciott'anni avevo cominciato a frequentare l'ambiente artistico locale che - a dire il vero - non mi aveva fatto una buona impressione.
Per fortuna dopo il liceo classico al Sannazaro di Napoli, grazie a un premio a cui avevo partecipato per caso con una storia a fumetti, ho cominciato a collaborare come illustratore con l'editoria, sia romana che napoletana, pubblicando per la prima volta a livello nazionale nel 1984. Del resto quello dell'editoria è un contesto che mi ha sempre attratto perché fonde il disegno con la scrittura, un'altra attività a cui sono interessato.
Ottimo autodidatta ma pessimo studente, mentre collaboravo anche con la pubblicità napoletana, ho portato a termine il corso di laurea in giurisprudenza alla Federico II di Napoli (una materia che non mi ha mai interessato molto, ma che mi ha chiarito le idee sul mondo in cui viviamo).
Nel 1994 ho co-fondato a Napoli l'attuale "Scuola Italiana di Comix", dove ho tenuto corsi di illustrazione fino al 2001.
In quegli anni, convinto che la pittura fosse uno strumento superato, ho avuto un colpo di fulmine per la modellazione 3D, su cui mi sono applicato moltissimo.
Mi sono trasferito a Milano all'inizio del 2000, dove (grazie anche alle competenze 3D) ho collaborato con le maggiori case editrici e agenzie pubblicitarie nazionali.
Ma quella grande città - proprio come quella in cui sono cresciuto - è risultata troppo caustrofobica per me, cosi mi sono trasferito nelle campagne del Friuli, terra di mia moglie.
Lì, grazie allo spazio ho ritrovato la pittura che, rimasta sotto tono per anni, nel 2007 è stata completamente ripensata.
Ho partecipato e vinto qualche premio locale, ho trovato qualche gallerista che promozionasse le mie opere ma, proprio come da ragazzo, ho rapidamente abbandonato quell'ambiente, preferendo aprire nel 2022 un atelier al centro di Udine. Uno spazio creativo ed espositivo a contatto col pubblico che ho chiamato (ART), non solo perchè è l'iniziale del mio nome, ma anche per segnalare la particolarità dell'approccio: ritengo che l'autore che si rivolge all'Arte istituzionale faccia arte nel senso proprio del termine, mentre chi non si rivolge a lei faccia arte impropria, arte tra parentesi.