DIECI COSE CHE MI HANNO DETTO
▼ dati tecnici    ▼ presentazione

 

In questo volumetto sono contenuti dieci raccontini che nascono come piccole sceneggiature di storie a fumetti o di film. Veloci rappresentazioni di idee fulminanti, di piccoli paradossi, di meravigliosi misteri che, a volte non visti, ci passano continuamente davanti.
Il genere in cui queste storie forse andrebbero ricondotte potrebbe essere quello del realismo magico, del surrealismo o del fantastico, con la differenza che queste sono sempre ancorate ad un presente rigorosamente realistico. O meglio ad un immediato passato, in quanto vengono presentate come informazioni "di seconda mano", ricevute da una non meglio definita terza persona.

QUI SONO PRESENTATE LE PRIME DUE PAGINE DI OGNI RACCONTO

DATI TECNICI
Ogni apertura è composta di un'illustrazione a sinistra e il testo sulla destra.
- Formato A5 - Numero pagine 104: 47 illustrazioni, 47 pagine di testo
- Pagine interne in carta patinata satinata da 120 gr. - Copertina in carta patinata satinata da 300 gr. - Brossurato
PIANO B: Il libro è stampato in un numero limitato di copie direttamente dall'autore.
 
 
PRESENTAZIONE
Devo confessare che è stato quel bellimbusto di Sherlock Holmes a farmi recuperare questo gruppo di testi che tenevo in un angolo remoto del computer. Perchè le sue avventure sono riuscite a farmi accomodare sulla sua poltrona e a farmi ragionare insieme a lui alla fioca luce delle lampade ad olio.
Ancor più colpa ha il signor Cervantes perchè ancora oggi ho la sensazione di aver vissuto fisicamente quelle avventure insieme ai due tipi e, dopo tutto quello che abbiamo passato insieme, non posso che considerarli amici. Cosa che, nonostante il passare del tempo, fa sì che l'opera resti al primo posto della mia hit parade dei libri.

Dunque, trasformare le parole in un ambiente fisico era l'obiettivo di questo libretto. Del resto tutte le storie presentate partono proprio da un immaginario visivo perchè quasi tutte erano soggetti scritti per fumetti mai o parzialmente realizzati. Quindi è stato inevitabile affiancare alle pagine di testo le immagini che avevo in mente.
Lavorandoci, ho potuto sperimentare sul campo come il testo gestisca diversamente le cose rispetto al disegno. Il testo è sempre, necessariamente astratto e generico, il disegno invece è sempre, inevitabilmente, fisico e specifico.
L'idea era quella di stare nel mezzo: non troppo generico, non troppo specifico. Così, mentre la scrittura è stata mantenuta semplice al servizio dell'idea, anche l'immagine ha dovuto cedere una parte della sua forza ed è stata ridotta ad una forma "calligrafica", così da dare solo il mood, una sottile griglia fisica in cui il lettore può muoversi con sufficiente libertà di immaginazione.

Ma che roba è quella che è uscita? Ovvero, più tecnicamente, a quale target si rivolge quest'opera? Onestamente, mi dispiacerebbe rispondere "agli young adults", perchè queste storie non sono state pensate per loro, anche se forse a loro sono adatte. Nè sono state pensate per gli adulti responsabili, che preferiscono altre letture.
Quindi, mi piacerebbe rispondere che questo lavoro è stato realizzato per gli adulti che sono rimasti bambini, ma nel senso migliore del termine. Mi piacerebbe che lo leggessero quelli a cui non dispiace guardare i cartoni animati con i figli, quelli che in fondo si divertono a costruire i mobili di Ikea, quelli che vanno a fare i giri in bici. Insomma quelli curiosi, quelli che cercano sempre una storia da scoprire, ma che non sono attratti dalle narrazioni in voga in questo momento come lo sport o gli omicidi e neppure amano passare il tempo sulla settimana enigmistica o giocando a carte. Quelli che sognano l'avventura in un mondo straordinario e non ce l'hanno.