SOGNO OCCIDENTALE

Le opere qui presentate sono una selezione di una serie molto lunga e sviluppata nel tempo in varie declinazioni.
Il titolo "SOGNO OCCIDENTALE" richiama prima di tutto il sogno, inteso sia come desiderio popolare, sia come immaginazione felice, sia come richiamo surrealista (spesso in senso ironico). Poi il concetto di "occidentale", che nel Mar Mediterraneo ha avuto i suoi natali e che oggi è quello che è.

Prevalentemente le opere descrivono un'ambientazione marina molto ampia e profonda, spesso in una fredda mattina di sole.
Al centro della scena, in bilico sul bagnasciuga o semi-immersi tra le onde, sono in posa gli oggetti più svariati. Sono spesso strani ma mai impossibili, tutt'al più improbabili. Ma non mancano oggetti comuni, consumistici, popolari. Oggetti che non permettono di capire se stiano emergendo o sprofondando, se stiano lì per scherzo o per motivi profondi. O solo per caso.
Le immagini risultanti allora appaiono leggère eppure misteriose, ottuse eppure provocatorie, in un gioco tra bellezza e ironia.

Tutte le opere sono impostate in modo "standard", cioè riprendono gli schemi pittorici tradizionali.
Tecnicamente, l'opera parte sempre da un'idea iniziale molto vaga, non viene mai progettata e non utilizza mai riferimenti esterni (fotografie, riprese, mappe ...). Nessun segno viene tracciato preventivamente sul supporto, ma tutto prende forma durante la realizzazione vera e propria, sfruttando esclusivamente colori, pennelli, invenzione e improvvisazione. Un omaggio alla pittura quale strumento capace di creare dal niente.

Nella prima fase di questa serie, l'estetica pittorica del quadro classico era sostituita da quella del pannello digitale, del rendering*, attraverso una forma di pittura primigenia rigorosamente senza stile, in cui la pennellata non doveva essere visibile. Una pittura minimalista ma sufficientemente credibile, vagamente fotografica. E della fotografia prendeva anche l'immaginario, soprattutto quello legato alla comunicazione pubblicitaria. Ma dalla fotografia si distingueva proprio perchè non riproduceva elementi esistenti ma creava meccanismi generali, sempre immaginari o comunque immaginati.

Nella seconda fase - quella presentata qui - sulla base del concetto che "la pittura è pittura", torna un impianto più interessato al gioco cromatico, alle capacità dei pigmenti, con un richiamo vagamente impressionista, prima rigorosamente escluso. Le impostazioni rimangono le stesse ma, proprio per il rifiuto di usare una rappresentazione pittoricista, il pennello classico viene abbandonato e sostituito da uno strumento molto meno artistico: il pennellino di silicone da cucina, che elaborato in un certo modo, permette una nuova scrittura dalle soluzioni nuove ed impreviste.



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*rendering: operazione del computer che trasforma dati in immagini digitali